Un marchio IGP per gli Arrosticini d’Abruzzo: l’obiettivo dell’Associazione regionale produttori

L’Associazione regionale produttori Arrosticino d’Abruzzo, costituitasi con atto notarile a maggio 2018 in Pescara per lo scopo di porre in essere la procedura atta a far sì che questo straordinario e apprezzatissimo prodotto legato alla nostra tradizione agrosilvo-pastorale possa cogliere l’opportunità di un marchio europeo di qualità IGP (Indicazione Geografica Protetta), riunisce a oggi da tutte e quattro le province abruzzesi 18 aziende di medie e piccole dimensioni (mentre altre 8 hanno chiesto di aderire) che nel conseguimento di questo importante obiettivo, qual’é appunto un riconoscimento di carattere comunitario, hanno individuato lo strumento irrinunciabile per superare il ritardo accumulato nella valorizzazione e tutela di quello che è a tutti gli effetti storicamente ritenuto un simbolo indiscusso, con altri, della nostra migliore produzione agroalimentare.

La produzione dell’Arrosticino d’Abruzzo è oggi a tutti gli effetti un vero e proprio settore economico, considerando che tra diretto e indotto il valore di fatturato complessivo muove una cifra superiore al miliardo di euro; sono inoltre migliaia gli operatori (tra i 12 e i 15mila) che lavorano e si impegnano in questo ambito; oltre 2.500, invece, solo in Abruzzo, le attività di ristorazione interessate; circa un milione i capi trasformati.

Ottenere il marchio IGP avrebbe un valore strategico decisivo sia per la tutela rispetto a scadenti imitazioni di questo unico e inconfondibile prodotto, sia per lo sviluppo commerciale e occupazionale delle aziende, ormai numerose, che operano sul mercato italiano e estero; oltretutto vi sarebbe una ricaduta fondamentale tanto per la promozione del territorio, in particolare di quello interno che si va spopolando, quanto per il salto di qualità del turismo enogastronomico sul quale molto può essere ancora fatto.

Non va sottaciuto un altro elemento centrale della visione che accompagna il lavoro  dell’associazione: vale a dire la volontà ferrea di favorire la  reintroduzione di una filiera zootenica ovina a scopo di carne sul territorio abruzzese, oggi e da molti anni del tutto assente, e quindi di sostenere aziende agricole e allevatori, quindi l’economia rurale.

In  attesa dell’auspicato ottenimento del marchio IGP, il cui iter è in stato piuttosto avanzato, si sono infatti manifestati nel corso dell’ultimo anno segnali preoccupanti della crisi del comparto ovino determinata da una minore disponibilità di capi ovini sui mercati europei e dal conseguente aumento dei prezzi anche del 30%.

La reintroduzione di allevamenti ovini in Abruzzo appare oggi una scadenza irrinunciabile proprio per evitare i ciclici rischi di mercato, potendo oltretutto far leva sul boom che sta vivendo l’Arrosticino d’Abruzzo ben al  di fuori dei confini regionali.

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L’IGP come risposta all’andamento del mercato europeo della materia prima e al rischio di cicliche crisi di approvvigionamento


I ripetuti segnali d’allarme lanciati negli ultimi anni sono ora divenuti un’emergenza per le aziende produttrici abruzzesi. Si annuncia infatti e si conferma la crescente difficoltà di reperire sul mercato italiano ed estero sufficienti partite di carne per il confezionamento degli arrosticini – precarietà evidenziatasi in particolare nel corso dell’ultimo anno (2021-2022) – e di fronteggiare l’inevitabile incremento dei prezzi   che sta mettendo in difficoltà le imprese di trasformazione, tanto che ora si può parlare di vera e propria emergenza. I prezzi della materia prima, e di conseguenza quelli al consumo, hanno segnato uno sbalzo tra il 30 e il 35% e al momento, vista peraltro la situazione internazionale che ha provocato una crescita dei costi di gestione, ad esempio per energia e carburanti, è prevedibile che non si tratterà di una situazione solo momentanea.

L’Associazione regionale produttori Arrosticino (i) d’Abruzzo, che come su accennato da tempo ha posto in essere una procedura di certificazione europea IGP (Indicazione geografica protetta) per gli Arrosticini d’Abruzzo ed esprime circa il 65/70% della produzione complessiva regionale, teme per i riflessi sull’andamento del settore che, invece, dall’assegnazione della denominazione trarrebbe un importante valore aggiunto.

Timori questi che arrivano dal passato, tanto è vero che nel corso degli ultimi anni in più circostanze si è cercato di mettere intorno a un tavolo trasformatori e allevatori locali ma senza che da parte di quest’ultimi vi fosse una sufficiente apertura verso un progetto comune di filiera che, va rimarcato, aprirebbe straordinari risvolti occupazionali e di promozione del territorio.

La condizione attuale fa ora tornare in auge ciò che al momento appare una necessità strategica non più rinviabile, il rilancio appunto delle aziende agricole per un’autentica rinascita del comparto ovino a scopo di carne in Abruzzo. Si tratta dell’unica risposta possibile per garantire nel medio periodo la sostenibilità economica delle attività del settore, un’azione da rimettere evidentemente al centro unitamente ad altri obiettivi che non sono meno rilevanti, vale a dire mantenere l’economia rurale e preservare i paesaggi e le aree interne. Posizioni diverse da queste, oltre a risultare anti-storiche, adombrano solo l’esistenza di interessi particolari che poco si sposano con le aspettative generali. In Abruzzo sono infatti circa 70 le aziende di produzione di arrosticini, per non parlare delle tantissime macellerie disseminate sul territorio regionale; circa 2500 sono i pubblici esercizi (ristoranti e trattorie) che somministrano gli arrosticini, almeno dodicimila i posti di lavoro, è quantificabile infine in oltre un miliardo di euro il fatturato complessivo prodotto dal settore.

Questi numeri già da soli offrono un’idea della forza e delle potenzialità di questo settore, che certamente non possono essere sconfessate dall’atteggiamento di chi ama la polemica inutile.

L’Associazione regionale produttori Arrosticino (i) d’Abruzzo rivolge quindi un appello alla Regione Abruzzo affinché vengano poste in essere tutte le iniziative favorevoli, ora più che mai, alla rinascita della filiera zootecnica ovina e a sostenere le aziende in questo momento di difficoltà produttiva e commerciale. Riguardo all’insediamento di nuovi allevamenti in Abruzzo, e all’ampliamento di quelli esistenti, non mancano, oltretutto, le opportunità di accesso a interventi pubblici: l’11 aprile vi è stata infatti la pubblicazione dei bandi del PNRR per l’agricoltura a valere sulle filiere agroalimentari, che prevedono risorse per circa 3 miliardi di euro; non meno importanti sono i finanziamenti riconducibili alla programmazione del PSR Abruzzo (Piano di sviluppo rurale). Anche alla luce di questo, i produttori di arrosticini d’Abruzzo si rendono disponibili a collaborare con la Regione per un’analisi condivisa di possibili azioni utili ad affrontare la crisi in atto.

Associazione regionale produttori  Arrosticino d’Abruzzo

 

CF 93059240692